Intrecci E Natura
ERBE PALUSTRI E TYPHA
Per produrre gli oggetti di uso quotidiano , l'uomo si è sempre rivolto all'ambiente circostante nel quale poter cercare quanto serviva alle sue necessità .
Nelle nostre zone regnavano , fino alle recenti bonifiche , gli ambienti palustri dove era possibile trovare una quantità praticamente infinita di materiali perfetti per svariati utilizzi : le erbe palustri .
In particolar modo si è assistito a Ravarino ( Modena ) all'utilizzo principalmente di tre erbe palustri : il carice ( Carex sp. ) , il giunco ( Scirpus Palustris ) , e la paviera ( Typha ) . Con la tecnica dell'intreccio ci si è specializzati nella produzione di sporte e borse fino a occupare nel primo dopoguerra la quasi totalità della popolazione che giustificò l'appellativo di Ravarino come " paese delle sporte " .
La vicinanza con le Valli di Crevalcore garantiva il rifornimento delle erbe palustri impiegate e diede vita a un nutrito commercio tra i due paesi .
Oltre alla paviera ( typha ) , la regina delle erbe palustri , di cui parleremo più approfonditamente , utilizzati in modo minore erano il carice ( Carex sp. ) sia per l'impagliatura delle sedie contadine che per la produzione di borse intrecciate molto eleganti e fini , e il giunco ( Scirpus Palustris ) utilizzato invece per lavorazioni grossolane e a basso prezzo , in particolar modo per la produzione dei " Nigagat " una sporta leggera e veloce da intrecciare , l'antenata degli shopper dei nostri tempi
LA PAVIERA ( TYPHA )
A pochi sarà capitato di non notare questa pianta sulle rive dei fossi o degli stagni.
La particolarità della forma delle sue infiorescenze cilindriche , che si sfaldano a maturazione in un’infinità di piccolissimi semi bianchi che volano portati dal vento , colpisce la fantasia e rimane nella memoria.
In America settentrionale il nome comune di questa pianta è cattail, ovvero cat-tail, coda di gatto, ma ha ispirato altri accostamenti come quelli di chi la vuole somigliante ad un hot - dog su uno spiedino o ad un più nostrano salsicciotto.
Il nome deriva dal greco , “tyfein”, che significa “fumare” ; tuttora in alcune regioni è nota come la “pianta dei sigari” sempre per la forma dell’infiorescenza . Nel Ferrarese i "sigari" erano accesi in modo che il fumo, abbastanza copioso, scacciasse le zanzare.
Innumerevoli i nomi in dialetti locali , da “ Pavèra “ nelle zone del modenese e della Romagna , a “ mazagat “ nel mantovano , a “ Pagafra" in Trentino ,Stiancia , Mazzasorda , Lisca , ecc… .
Questa pianta si è da sempre intrecciata con le vicende e le attività umane in quanto è diffusa, con le sue diverse specie, in quasi tutti gli ambienti abitati dall’uomo.
La tifa è una pianta legata all’acqua, così come lo furono le prime comunità umane. Non stupisce pertanto che avendola a portata di mano, l’uomo l’abbia presto sperimentata nei più disparati usi artigianali e medicinali, non rinunciando ad impiegarla come preziosa fonte di cibo nei periodi di carestia.
Il termine tifa è un nome volgare che indica le piante appartenenti al genere Typha, un insieme di piante che hanno molte caratteristiche comuni e che hanno un preciso inquadramento sistematico.
Sono Angiosperme, Monocotiledoni e fanno parte dell’Ordine Typhales, composto di piante di palude con rizomi e foglie con guaina lunghe e appiattite , famiglia : Tifacee .
Ha fiori unisessuali, quelli maschili situati sulla medesima pianta di quelli femminili e, precisamente, sopra ad essi. I fiori inoltre sono molto piccoli e poco evidenti, stretti l’uno all’altro e molto numerosi. In autunno l'infiorescenza dissemina migliaia di minuscoli semi.
Durante la stagione avversa la persistenza della pianta è assicurata da organi posti sotto il suolo, in questo caso fusti sotterranei detti rizomi e per questo sono classificate come geofite
Nel mondo esistono circa venti specie di typha. Sono tutte piante erbacee alte, perenni, rustiche, acquatiche, con foglie lineari - nastriformi e infiorescenze cilindriche, ovali o ellittiche, di colore bruno.
Sono piante che risultano spesso molto invadenti. Crescono spontaneamente lungo gli argini dei fiumi in zone a bassa corrente o in zone umide con acque stagnanti come le paludi. Sono distribuite dal circolo polare artico a circa trenta gradi a sud dell’equatore
In Italia sono presenti cinque specie di typha: Typha angustifolia e Typha latifolia , Typha minima, Typha shuttleworthii, Typha laxmanni
Per approfondire l'argomento consiglio la lettura del mio libro "Typha una pianta ,una storia " che può essere richiesto direttamente all'autore . mail : mircopederzini@libero.it